Differenze investimenti lordi e investimenti netti: la questione dell’obsolescenza
Quali sono le differenze tra investimenti lordi e netti? Gli investimenti rappresentano una risorsa imprescindibile per le imprese, che in questo modo possono aumentare i propri utili.
La questione è piuttosto complicata, anche perché intervengono numerosi fattori a decretarne l’esito e, in ultima istanza, il rendimento finale. Particolare attenzione va riposta alle differenze tra investimenti lordi e netti.
Queste riguardano alcuni elementi che vanno tenuti sotto costante monitoraggio, in quanto soggetti – seppur parzialmente – alle scelte dell’investitore.
Un investimento lordo certifica la crescita del valore di un bene, senza prendere in considerazione le variabili estrinseche e intrinseche. Un investimento netto incamera, di contro, i fattori che possono concretizzare un decremento del valore.
Nello specifico, l’investimento netto è la differenza tra la controparte lorda e l’obsolescenza, che viene quindi quantificata. L’obsolescenza può essere definita come la perdita di valore di un bene determinata non dal suo logoramento ma da condizioni esterne.
Il progresso tecnologico è il motivo di obsolescenza più frequente: un device può valere di meno a distanza di un anno anche se non è stato mai usato, proprio perché nel frattempo sono stati messi in commercio modelli più performanti.
L’obsolescenza è un elemento di fondamentale importanza nell’economia di un’impresa, e non solo perché concretizza la distanza tra investimenti lordi e netti. L’obsolescenza impatta sul conto economico, e quindi va quantificata e inserita in contabilità.
Investimenti netti, lordi e altre tipologie
Gli investimenti lordi e netti non sono gli unici investimenti che possono interessare da vicino un’azienda. Dal punto di vista tassonomico, infatti, vanno segnalati anche i gli investimenti in capitale fisso, i quali possono essere definiti anche strumentali.
Della categoria fanno parte i macchinari, le apparecchiature, le attrezzature, i fabbricati e così via. Sulla stessa lunghezza d’onda, gli investimenti in scorte, che comprendono le materie prime e i prodotti finiti o semilavorati importanti (o fondamentali) per il processo produttivo.
Altre forme di investimento, che però sono immateriali, sono quello in capitale umano, che comprende le spese per la formazione, l’aggiornamento del personale, i tirocini etc. Vanno segnalati anche gli investimenti intangibili, che comprendono le spese necessarie ad accrescere l’immagine e la reputazione aziendale.
Di tutt’altra natura gli investimenti in portafoglio, che riguardano quegli strumenti finanziari che possono produrre rendimenti a breve, medio e lungo termine, come le obbligazioni, i titoli di Stato, etc. Con il termine “investimento aziendale”, invece, si indica quel tipo di spesa necessario a sviluppare e portare a termine un progetto, nella previsione di un futuro utile. Da questo punto di vista, grande attenzione va riposa nella realizzazione delle stime.