La scelta di investire titoli Stato esteri riguarda molte persone che cercano alternative all’incertezza del mercato azionario.
I titoli di Stato italiani non rendono infatti più come una volta e i conti deposito, seppur molto sicuri soprattutto se con giacenze inferiori a 100.000€, sono caratterizzati da un’imposizione fiscale non indifferente.
Titoli di Stato: in quali Paesi investire
Chi sceglie di investire titoli Stato esteri si chiede ovviamente su quali Paesi è meglio investire. Prima di entrare nel vivo delle opzioni migliori ricordiamo che, in generale, chi si orienta verso questi strumenti d’investimento è una persona con poca propensione al rischio.
Questo si può dire per il semplice fatto che, nella maggior parte dei casi, gli Stati sono debitori solventi, fatta eccezione per problemi legati alla stabilità politica. Tutto ciò implica una cernita preliminare degli Stati caratterizzati da una maggior stabilità istituzionale, che possono essere validi punti di riferimento per iniziare a investire in obbligazioni estere.
White List: ecco i Paesi con i titoli meno tassati
Un altro aspetto che val la pena considerare quando si opta per investire titoli Stato esteri è la tassazione. Con l’approvazione del Decreto Renzi l’imposizione fiscale sulle rendite finanziarie è cresciuta di sei punti percentuali, passando dal 20 al 26%.
Ciò vuol dire che è opportuno concentrarsi sui Paesi inclusi nella White List, ossia quegli Stati che continuano ad applicare ai titoli di Stato una tassazione decisamente più contenuta, pari cioè al 12,50%. Nel novero dei Paesi in questione è possibile includere Stati come Albania, Algeria, Armenia, Belgio, Bielorussia, Brasile e Bulgaria.
Ricordiamo inoltre che le rendite finanziarie devono essere incluse nel modello 730.
Titoli esteri: facciamo qualche esempio
Avere un panorama tecnico completo se si vuole investire titoli Stato esteri è difficile, motivo per cui è utile appellarsi ad alcuni esempi specifici.
Tra questi è possibile citare le obbligazioni emesse dalla Repubblica del Venezuela, che ha recentemente emesso obbligazioni con un taglio di acquisto minimo pari circa 700€.
Questi titoli, caratterizzati da un tasso del 13%, scadono il 15 agosto 2018 e la capitalizzazione degli interessi è semestrale. Senza dubbio il tasso è degno di interesse, ma il Paese, in piena crisi politica, non è da considerare uno dei migliori per quanto riguarda le garanzie di stabilità.
Investire nelle obbligazioni di Paesi emergenti: ecco perché conviene
L’ultimo punto da sviscerare per capire come investire titoli Stato esteri al meglio riguarda gli investimenti in obbligazioni di Paesi emergenti come Brasile e Indonesia.
Se fino a qualche tempo fa l’attenzione degli investitori era rivolta ad altri prodotti, oggi la convenienza è tornata a crescere per svariati motivi, che comprendono per esempio l’arresto della corsa del dollaro, che fa solo bene alle congiunture economiche di Stati che basano molti dei loro profitti sull’esportazione di materie prime.