Il decennio appena trascorso passerà alla storia per i rendimenti positivi a 2 cifre per l’azionario USA. Quasi il 16% medio annuo e che ha trainato l’azionario mondiale. E il prossimo? Alcune riflessioni e “outlook” sul tema “previsioni”.
Questo è a inizio gennaio 2020 il barometro sui mercati fornito ai propri clienti (investitori privati con patrimoni da 20.000 euro a qualche milione di euro desiderosi di ricevere una consulenzadi valore e senza conflitti d’interesse) dall’Ufficio Studi di SoldiExpert SCF secondo un modello matematico proprietario he ogni mese fornisce una fotografia e delle indicazioni sull’approccio di base da tenere nel mese successivo salvo naturalmente eventi straordinari e “allarmi” scattati.
Un quadro decisamente positivo per il mercato azionario (e con qualche riserva invece sul mercato obbligazionario su alcuni comparti) e che è arricchito cliente per cliente dei titoli consigliati da detenere (azioni, obbligazioni, ETF, fondi) con Isin, peso percentuale ovvero numero di titoli.
E ogni mese almeno il check ovvero controllo viene rifatto per tenere conto dell’andamento dei mercati e degli strumenti in portafoglio.
“Sulle previsioni e medio-lungo termine – spiega Salvatore Gaziano, responsabile strategie d’investimento di SoldiExpert SCF – per questo motivo il nostro approccio è molto scettico e non valgono spesso nemmeno un decimo dell’inchiostro con cui sono scritte come insegna la storia dei mercati finanziari che ha smentito sonoramente le predizioni di premi Nobel dell’Economia come della maggior parte degli strategist di Wall Street”.
Come diceva John Galbraith “la sola funzione delle previsioni in campo economico è quella di rendere persino l’astrologia un po’ più rispettabile” e anche Warren Buffett ha sintetizzatp bene il pensiero: “Le previsioni possono dire molto riguardo al previsore, ma non ti diranno nulla circa il futuro”.
Il valore delle previsioni di questo tipo da un anno all’altro in campo finanziario, come dimostrano migliaia di ricerche, è nullo ed equivale a fare testa o croce con una moneta. La famosa scimmia che lancia le freccette citata da Burton Malkiel in un suo famoso libro (“A Random Walk Down Wall Street”) ha le stesse identiche probabilità di un comitato di investimenti di una blasonatissima casa d’affari.
Nella storia degli economisti è passato alla storia Roger Babson che alla fine del 1928 predisse per il 1929 “un anno di grande prosperità”.
SoldiExpert SCF è una società di consulenza finanziaria indipendente (iscritta all’Albo OCF e vigilata e che quindi può esercitare anche l’attività personalizzata di consulenza su base indipendente) che a differenza del 98% di quanto proposto da banche e Reti non opera in conflitto di interessi ed è remunerata dai propri clienti a parcella e non attraverso il tipico meccanismo della retrocessione delle commissioni sui prodotti consigliati che è quello tipico dell’industria del risparmio gestito e che è spesso fonte di opacità e interessi disallineati fra risparmiatori e venditori.
Se fornire previsioni a lunga gittata sui mercati finanziari è impresa vana ed è tipicamente solo “cinema” che molti addetti ai lavori fanno in questo settore per far credere illusoriamente ai risparmiatori di disporre di informazioni superiori (e giustificare commissioni spesso salatissime per il nulla) che evidentemente non hanno se poi si analizza che oltre l’85% dei gestori e dei guru ottiene nel tempo rendimenti inferiori all’andamento del mercato qualche considerazione si possono fare secondo Salvatore Gaziano riguardo il decennio che è iniziato.
Il grafico 1 merita qualche riflessione. Rappresenta i rendimenti a 10 annualizzati in base al valore del rapporto prezzo/utile calcolato secondo il metodo di Robert Shiller, premio Nobel per l’Economia nel 2013. Il cosiddetto CAPE Ratio di Shiller dove l’acronimo Cape significa cyclically-adjusted price-earnings ratio.
Grafico 1 Cape Shiller 10 anni
Spiegato dallo stesso Robert Shiller nel suo libro “Irrational Exuberance” il Cape Shiller Ratio è una versione modificata del rapporto prezzo/utile (Price Earning dove Earning sta per utile in inglese) che è uno dei più semplici e noti indicatori di analisi fondamentale dove invece che guardare agli utili dell’ultimo anno si guarda a quelli dell’ultimo decennio.
Il P/E si calcola dividendo il prezzo di un’azione per l’utile per azione ovvero la capitalizzazione di Borsa di una società per l’utile netto. Più questo rapporto è basso intuitivamente maggiore la società potrebbe essere sottovalutata e Il Price Earning ovvero P/E esprime anche in modo semplificato il tempo necessario perché gli utili siano pari al prezzo dell’azione nell’ipotesi naturalmente che tutti gli utili vengano distribuiti come dividendo. È da considerare che gli utili prodotti non coincidono con i dividendi distribuiti che ne rappresentano soltanto una parte.
Se la società vale in borsa 100 milioni di euro e gli utili attesi o registrati l’anno precedente sono stati 10 milioni di euro, il P/E è 10 ovvero 100 milioni diviso 10 milioni di euro di utile.
Il P/E può essere utile per fare dei confronti e valutare in modo un po’ veloce e sommario la sopravvalutazione o sottovalutazione di una società e la variante di Shiller è semplicemente utilizzare come utili non quelli dell’ultimo anno ma la media degli ultimi 10 anni, dato meno volatile e più affidabile secondo Shiller perché un’azienda può affrontare diverse condizioni di mercato e i prezzi in Borsa possono oscillare fra fasi di euforia e depressione. Quello che vale per una società può valere analogamente anche per un indice di Borsa e facendo una media dei P/E delle società che compongono un indice si può individuare un livello di P/E di mercato rispetto al quale confrontare le aspettative di ogni singola società o confrontare più Borse di paesi differenti, tipo P/E medio delle azioni quotate negli Stati Uniti, Europa, Emergenti…
Per farla breve, il CAPE di Shiller è considerato dallo stesso autore un interessante indicatore, da seguire in acquisto quando il livello scende quantomeno al livello di 10. Viceversa, occorre fare attenzione quando si sale oltre certi livelli.
Presentato nel 1996 da Robert Shiller e John Campbell viene interpretato in base al suo valore rispetto alla media storica. Una lettura più alta rispetto alla media è indice di una sopravvalutazione del mercato, una lettura sotto la media storica è invece un segnale di sottovalutazione.
Quanto vale attualmente nella Borsa Usa lo Shiller Ratio?
Grafico 2: Shiller PE Ratio
Circa 30 volte ed è un valore quasi doppio rispetto alla media
storica calcolata dal 1870 a oggi.
Secondo il Shiller pensiero il mercato azionario è quindi tendenzialmente
sopravvalutato poiché valori sopra 30 indicano una potenziale bolla del prezzo
delle azioni con valori quindi borsistici sopravvalutati che potrebbero
sgonfiarsi. Viceversa, valori intorno a 10/15 indicano una sottovalutazione dei
mercati borsistici e quindi una maggiore convenienza a investire con maggiori
probabilità di guadagno in azione.
Rivedendo ora il grafico 1 si può capirne meglio il senso e l’autore di questo seguace di Shiller vuole dirci in un certo modo che il decennio prossimo (2020/2029) potrebbe essere meno generoso per i rendimenti azionari di quello passato perché nel decennio che si sta chiudendo eravamo partiti da una valore del Cape Shiller Ratio di 15 (e poi i mercati in effetti hanno ottenuto rendimenti a 2 cifre soprattutto sull’azionario Usa dove per vedere rendimenti di questo tipo bisogna tornare alla fine degli anni ‘50).
E come si può vedere il decennio precedente a quello appena
concluso ovvero quello iniziato con il 2000 e che vedeva un rapporto Shiller PE
Ratio toccare quota 45 è stato poi in effetti fra i peggiori del secolo come
rendimenti visto che ha visto poi la Grande Crisi e un bilancio negativo per
gli investitori in azioni.
La cosa positiva è certo che siamo ben lontani dai valori della bolla della New
Economy che significavano valutazioni superiori del 50% rispetto a quelle
attuali ma comunque il rischio di discesa dei prezzi è sicuramente aumentato
rispetto a 10 anni fa secondo Shiller.
Grafico 3: Nasdaq
Che, va detto, dice questo da alcuni anni con i mercati azionari (soprattutto Usa) che sembrano fregarsene dei suoi moniti e, peraltro, anche a metà degli anni ’90 con il Nasdaq che era quadruplicato iniziò a parlare di “esuberanza irrazionale” (espressione ripresa da Alan Greenspan, allora presidente della FED, la banca centrale USA) e accadde che i mercati addirittura accelerarono la salita con il Nasdaq (e al seguito le Borse di tutto il mondo) che quadruplicò ancora fino al livello di 5048 del 10 marzo 2020 prima del grande tonfo fino a 1139 dell’ottobre 2002 (ora vale 8856 punti mentre scrivo).
Puoi essere anche un premio Nobel per l’Economia e uno dei più grandi studiosi al mondo di valutazioni, volatilità e finanza comportamentale ma i minimi e i massimi in Borsa evidentemente non è facile prenderli e rischi grosse cantonate ma il ragionamento che Shiller fa su periodi molto ampi e non di pochi anni ma decenni possono essere più fondati e per questo motivo la considerazione che il decennio che ci prepariamo ad affrontare potrà essere più difficile e movimentato di quello precedente ha le sue basi.
Come affrontarlo? Sul blog di SoldiExpert.com questo argomento sarà affrontato nei prossimi report con le valutazioni del Cape Shiller Ratio Nazione per Nazione (per quanto come spiegato da SoldiExpert SCF in un report dedicato a al GROWTH versus VALUE all’interno dello stesso indice azionario ci sono valutazioni completamente differenti fra società tech e biotech e società “old economy”) ma secondo i consulenti finanziari indipendenti di questa società che è fra le prime in Italia e non solo per longevità 2 restano sempre le leve più importanti su cui i risparmiatori dovrebbero agire prima di tutto e che contano ancora di più delle previsioni:
- Tagliare i costi inutili che ti mangiano il patrimonio senza fornirti alcun valore aggiunto e i nostri portafogli e servizi di consulenza di SoldiExpert SCF fanno proprio questo nell’interesse esclusivo del cliente;
- Avere un’impostazione di portafoglio robusta e sufficientemente flessibile per affrontare i mercati in scenari che possono essere anche ben diversi rispetto a quelli dell’ultimo decennio.
Buon 2020, buon decennio!
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