Obbligazioni bancarie subordinate

obbligazioni bancarie subordinate

Cosa sono le obbligazioni bancarie subordinate

Le obbligazioni subordinate sono titoli bancari che danno diritto a una cedola periodica. A differenza di quanto accade con altri strumenti bancari, però, non tutte le obbligazioni subordinate hanno una vera e propria scadenza, dal momento che spesso questo termine non esiste o è molto lontano nel tempo.

Le obbligazioni che non hanno una scadenza prevedono un’opzione di rimborso anticipato (“call”) in favore dell’emittente, da esercitare a partire da una data predefinita. Si tratta di titoli hanno un fattore di rischio superiore alle tradizionali obbligazioni. Tale rischiosità varia a seconda della tipologia legale dei titoli e determina un rendimento superiore alla norma.

In alcuni casi, questo rischio supplementare è legato al fatto che, in caso di fallimento della banca erogatrice del titolo, l’investitore viene soddisfatto dopo i creditori senior. In altri casi, invece, l’investitore può subire delle perdite economiche anche se la banca non diventa insolvente, ma semplicemente si trova in difficoltà operative. Caratteristiche che rendono le obbligazioni subordinate strumenti complessi e spesso difficili da inquadrare.

In linea di massima, tutte le obbligazioni bancarie subordinate comportano un rischio di perdita del capitale e degli interessi molto superiore a quello previsto per le obbligazioni senior (non subordinate). In caso di fallimento o dissesto della banca, il creditore può subire una perdita molto elevata, che spesso tende al 100% del capitale investito.

Tipologie di obbligazioni subordinate

Le obbligazioni bancarie subordinate si distinguono per tipologie, grado di rischio e redditività. A un maggiore rischio corrisponde una remunerazione più alta. La nomenclatura utilizzata per definire tali strumenti finanziari è di derivazione anglosassone, ed è comune a tutte le istituzioni creditizie europee. Nello specifico sono previste quattro categorie: Tier 1, Upper Tier 2, Lower Tier 2 e Tier 3. Passiamo in rassegna le caratteristiche.

Le Tier 1 sono le obbligazioni subordinate più rischiose. Non hanno scadenza, ma l’emittente può di rimborsare il titolo (opzione call) al decimo anno di durata del contratto, se la banca non ripaga l’obbligazione la cedola cresce.

Qualora la banca non paghi i dividendi agli azionisti, la cedola viene cancellata. A fronte di perdite tali da mettere in pericolo la solidità della banca erogatrice, il capitale nominale viene decurtato pro-quota di tali perdite. In caso di liquidazione, sono privilegiati i portatori di titoli Tier 2 ( sia Lower che Upper) e Tier3.

Troviamo poi le obbligazioni Upper Tier 2, che possono avere una scadenza di dieci anni o più. Se l’istituto emittente chiude l’esercizio in perdita, le cedole sono sospese per essere pagate nel primo esercizio che si chiuda con un utile. Il nominale può essere diminuito solo in casi straordinari, molto più limitati che per le obbligazioni Tier 1.

Obbligazioni bancarie subordinate Lower Tier 2 e Tier 3

Le obbligazioni di tipo Lower Tier 2 prevedono generalmente una scadenza decennale, tuttavia l’emittente può rimborsare il titolo alla pari al quinto anno. Le cedole vengono pagate alla data prefissata e sono bloccate solo in caso di insolvenza. Il capitale subisce decurtazioni esclusivamente in caso di liquidazione della banca.

Troviamo infine le obbligazioni Tier 3. Si tratta di una particolare tipologia di titoli che va ad aumentare esclusivamente la capacità operativa della banca nell’area del trading sui mercati finanziari. La scadenza è breve, generalmente tra 2 e 4 anni, mentre la remunerazione è in linea con quella delle obbligazioni Lower Tier 2.