La minaccia dei dazi
Il guanto di sfida è lanciato, con un’ennesima provocazione da parte del presidente americano Donald Trump, il quale sa bene come far muovere le situazioni economiche, non solo direttamente con provvedimenti esecutivi, ma anche sfruttando velate minaccie attraverso i canali internet. Un esempio sono i semplici tweet sulla rete riguardante l’applicazione di dazi sul mercato della auto, che hanno provocato movimenti dei titoli del settore. I fronti di lotta nell’ambito dell’economia, si allargano.
Dopo la Cina, ora entra nel mirino anche l’Europa e lo scontro è quello tra due contendenti che si scagliano stoccate una dopo l’altra. Il primo attacco è stato del presidente degli Stati Uniti, con l’imposizione di dazi sull’importazione di materie prime dalla Comunità Europea e in particolare sull’acciaio e l’alluminio che venivano. A questo l’Esecutivo comunitario ha risposto con una parata e un altro affondo, stabilendo a sua volta un pacchetto di provvedimenti contro le limitazioni poste, pari a circa 2,8 miliardi di euro, e che coinvolge una serie di prodotti che sono direttamente importati dagli americani.
Si parla di quasi 200 prodott e tra questi si annoverano prodotti di marca dell’abbigliamento e delle moto. A questo provvedimento ovviamente il battagliero Trump non poteva rimanere senza una risposta adeguata.
La situazione odierna
L’attacco del presidente Usa è stato ovviamente effettuato in un settore in questo momento in forte ripresa dal punto di vista commerciale, ovvero quello delle auto. Per comprendere la minaccia velata, bisogna valutare quale sia la condizione odierna. La situazione in cui si trova il commercio delle auto, ad oggi prevede una serie di tariffe applicate dagli stati uniti per l’importanzione di auto, suv e pick-up che provengono dall’Europa.
Per ogni prodotto del settore auto, si applica quindi il 2,5% di tassazione per quanto riguarda le auto, mentre il 25% per ciò che concerne i suv e i pick-up. Nel caso in cui invece si parla di importazioni in Europa di auto provenienti dagli Usa, si applica una tassazione del 10%. Questo equilibrio è stato soggetto a una minaccia da parte del presidente degli Stati Uniti, in risposta al pacchetto di tassazione imposto dalla UE nei confronti dei prodotti Usa.
La minaccia dei dazi
Il tweet di Trump con il quale ha sottolineato, da parte della Comunità Europea il voler danneggiare l’industria americana, è stato molto esplicito. Infatti dopo l’entrata in vigore, pochi giorni fa, della stoccata Europea ai dazi sull’importazione dell’acciaio e dell’alluminio, il capo dell’esecutivo USA, ha minacciato di voler rispondere a tale provvedimento con la possibilità di applicare dei dazi all’importazione delle auto del 20%.
Sarebbe un evento che quindi determinerebbe il passaggio da una tariffa pari al 2,5% ad oggi a una situazione che colpirebbe molto le esportazioni di questi prodotti in America, con conseguenza nel settore industriale Europeo. Ovviamente la velata minaccia è stata collegata al provvedimento Europeo. Trump nel tweet sottolinea come non ci sarebbe tale necessità se l’Esecutivo Europeo non avesse applicato la tassazione unilaterale e ingiustificata sui prodotti Usa.
Crollano i titoli auto
Che sia solo una frecciata del presidente alla Comunità Europea, una velata minaccia, o una probabile reale applicazione di una nuova legge, in ogni caso gli effetti si sono sentiti sul mercato. Le reazioni delle borse non si sono fatte attendere. Non solo le stime di crescita si sono nettamente ridotte, ma inoltre i titoli auto hanno avuto un netto colpo. A Piazza Affari, Ferrari ha perso circa l’1,9%, Fca il 2,42%.
Inevitabile la pressione anche su case come la BMW e la Renault. Si attende nei prossimi giorni, la risposta da parte della Comunità Europea, con la speranza di giungere a un accordo che possa essere vantaggioso per i due grandi realtà del mercato mondiale.